Addio Professore

Chi ha amato i Balcani, non può aver fatto a meno di incontrarlo. Figurativamente attraverso libri di rara bellezza, fisicamente in uno stretto studiolo intasato di libri all’Università di Roma.

Chi ama i Balcani sa bene che per provare a conoscerli, ci sono quattro libri imprescindibili, tre scritti a Trieste, “Danubio” di Magris, “Maschere per un massacro” e “La cotogna di Istanbul” di Rumiz ed uno pensato e redatto senza fissa dimora, “Breviario mediterraneo” di Predrag Matvejević.
Oggi, al termine di una lunga malattia, il prof. Matvejević ci ha lasciato. Lontano dai suoi spazi e dal nostro mare, se ne è andato in una clinica di Zagabria.
Nato 85 anni fa a Mostar, da padre russo nato ad Odessa in Ucraina e da madre croata, cresciuto in Bosnia, professore, accademico, poeta della geografia, Pedrag Matvejevic è stato una sorta di Ulisse contemporaneo, immerso nella consapevolezza di un nuovo concetto di società, o meglio di “Comunità”, ove la struttura portante non è più il soggetto, ma l’oggetto messo in comune.
Le sue parole sono state poesie e pietre. “Il Mediterraneo nasce, cambia e talvolta muore con i suoi venti, umili o prepotenti” e “Ho poca stima per coloro che pongono lo spirito di parte al di sopra dei principi, la nazionalità prima dell’umanità. Una grandissima responsabilità incombe su di loro” a proposito della triste denuncia subita dallo scrittore nazionalista croato Mile Pešorda.

Oggi il nostro mondo è più povero, più solo, se n’è andato il Professore, l’autore non solo del “Breviario mediterraneo” ma di “Epistolario dell'altra Europa”, “Sarajevo”, “Ex Jugoslavia. Diario di una guerra”, “I signori della guerra”, “Compendio d'irriverenza” e il meraviglioso "Pane nostro".

Se n’è andato un grande italiano, nostro connazionale per chiara fama e un immenso cittadino europeo.