I reclutatori

Qualche giorno fa, la nota trasmissione “Le Iene” ha mandato in onda un servizio sul reclutamento ISIS in Kosovo. A tal proposito, si fa fatica ad aggiungere qualcosa sul piano emozionale, la vicenda umana, tragica, di un padre che vede “evaporare” il proprio figlio è di per sé emblematica.

Il contorno al servizio è abbastanza chiaro, da una parte l’apparato statale del Kosovo con le proprie leggi, con l’imam Zekeria Qazimi in carcere per le sue attività di reclutamento e propaganda radicale, dall’altra una fetta di persone deluse e prive di speranza, sempre più attratte da una visione estremistica ben veicolata da gruppi settari come l’Islamska Omladina (Gioventù Islamica) di Kačanik.
Da una parte le denunce internazionali, come l’articolo di Carlotta Gall, pubblicato dal NY Times (clicca qui) suscitando le proteste diplomatiche del ministero degli esteri kosovaro e dall’altro le esercitazioni para militari con armi e spade (vicende già note alla Kosovo Police sin dalla retata del 2014 a Urosevac, a pochi chilometri dalla base americana di Bondsteel).

A noi, che lo ribadiamo da anni, fa anche impressione l’assenza della più importante e necessaria puntualizzazione, che in Kosovo opera da 17 anni una missione Nato, impegnata su un teatro operativo grande quanto l’Umbria che in tema di intelligence viene puntualmente sorpassata dalla stampa e dal giornalismo d’inchiesta, fa impressione che non si sottolinei come la diplomazia intenda far passare per normalizzata un’area che sta covando un fuoco devastante sotto le ceneri.

Clicca qui per vedere la puntata delle Iene del 25 ottobre 2016