Il giorno dello scandalo

È difficile spiegare quale sia il legame profondo tra i serbi ed il Patriarcato di Peć. Il Patriarcato, sede avita del Patriarca serbo sin dalla sua fondazione (XII sec.) è il luogo ove il capo spirituale della Chiesa serbo ortodossa viene intronizzato, ove sono sepolti i resti mortali dei predecessori, una chiesa di struggente bellezza, patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco.

Per provare a tradurlo nella cultura italiana/cattolica, il Patriarcato di Peć è equiparabile a San Pietro, al Vaticano.

Si trova nella cittadina di Peč, che ha vissuto le vicissitudini della storia del popolo di Serbia, dominazioni e riconquiste.

Secondo la tradizione religiosa, in prossimità delle festività più importanti, il Patriarca si reca in preghiera presso la propria casa, per trascorrere insieme alla comunità monastica femminile che oggi lo custodisce, momenti di riflessione e comunione.

Come è accaduto tutti gli anni, anche questo dicembre, S.S. il Patriarca Porfirije, si è recato in Kosovo e Metohija, per assolvere la propria missione ed incontrare le comunità di Peć e Dečani.

Solamente che giunto al controllo doganale si è visto respingere il proprio ingresso, quale persona non gradita, dalle autorità kosovare albanesi.

Una decisione scandalosa.

Una vergogna assoluta per chi l’ha presa e per chi l’ha avallata.

Si provi a pensare, il Papa di Roma che viene bloccato mentre si reca da San Pietro a San Paolo fuori le mura e rispedito indietro, o mentre si reca ad Assisi, una vera follia!

Tutto questo non fa che esacerbare gli animi, già scossi da mille problemi e salire la tensione in una regione che nonostante le ridicole dichiarazioni diplomatiche, non è mai stata stabile né normalizzata.

Chi vuole giocare alla guerra in Europa? Chi vuole soffiare sui conflitti?

La nostra Associazione testimonia la più profonda vicinanza a S.S. Porfirije e naturalmente a tutte quelle minoranze di Kosovo e Metohija, che oggi hanno visto, ancora una volta calpestati i propri diritti.