Detto, fatto!

Il Kosovo è una regione attraversata da mille emergenze, tutte potenzialmente, al limite della sopportazione: la povertà, la mancanza di speranza, l’impossibilità di intravedere un futuro, il lavoro, la malnutrizione. In questa speciale classifica della disperazione, l’emergenza sanitaria occupa un posto di rilievo. La condizione degli ospedali e dei presidi ospedalieri è catastrofica, specialmente nelle enclavi. Le strutture non possono contare su una pianificazione economica, non più garantita sia da Belgrado che da Pristina.

Si va avanti sulla forza di volontà di medici e paramedici senza stipendio, di reparti senza farmaci, senza attrezzature, senza nulla, frustrati dal contatto quotidiano con gente sofferente che gli si rivolge speranzosa.

In questa realtà, che farebbe tremare chiunque, non si è perso d’animo il nostro amico e socio Michele Salvo.

Michele, stoffa antica di carabiniere e ufficiale, non si è arreso davanti ad uno scenario desolante, ma si è rimboccato le maniche e ha cercato la “soluzione possibile”. In una giornata soleggiata di Kosovo, di fronte all’ennesima fragilità del sistema sanitario, ha esclamato: “… adesso ci pensa Ugo!”

Il mitico Ugo, risponde al nome di Ugo Fazzini, imprenditore milanese di origine viareggine, titolare della prestigiosa “Fazzini Srl” che da oltre vent’anni distribuisce nel mondo più di quattromila articoli medicali ed elettromedicali.

Ugo e Michele si conoscono dal ’95, li ha uniti la reciproca simpatia, l’amicizia di Chiara e Maria, il carattere aperto e gioviale. Michele lo ha chiamato e gli ha chiesto un colpo vincente, uno di quelli che Ugo distribuisce la domenica sul green, praticando il suo sport preferito.

Detto, fatto!

Il tempo di organizzare il trasporto dai magazzini dalla ditta di Vimodrone, all’Ospedale di Gracanica, enclave serba nei dintorni di Pristina, che sono stati recapitati in quantità, strumenti per il monitoraggio cardiaco, sedie a rotelle, bisturi, letti reclinabili, guanti e tutto quanto necessario a un pronto soccorso efficiente.

Il personale non riusciva a credere ai propri occhi. “Non ricevevamo tanta merce da anni – esclama un medico di corsia visibilmente emozionato – è un’assoluta benedizione”.

Ugo e Michele, Michele ed Ugo, amici, benefattori, gente nostra, che non ama apparire, che si pone innanzitutto il problema dei più deboli, dei sofferenti. Grazie a loro, costruttori di pace, Kosovo e Metohija, può realmente diventare un posto migliore.