Penetrare il reparto di terapia intensiva di un ospedale votato alla cardiochirurgia pediatrica, come il Policlinico San Donato di San Donato Milanese è veramente un’impresa. Quest’oggi ci siamo riusciti perché dopo il cateterismo e un lunghissimo intervento chirurgico (più di sei ore), il cuore del piccolo Bogdan Arsić, continua a fare capricci.
I chirurghi le hanno provate tutte, ma il piccolo cuore matto, non sale di frequenza, non è stabile nel battito. Adesso è mantenuto in salute dalle macchine cui è attaccato ma per affrontare la vita, serve di più, un pacemaker che produca lo stimolo necessario a far battere il cuore pazzerello alla giusta frequenza.
In attesa del terzo intervento in meno di una settimana, l’equipe medica ci ha permesso di visitare il piccolo paziente.
L’impressione è stata enorme, Bogdan, due anni, in quel lettino sembrava ancor più minuto, minuscolo terminale di decine di macchine misteriose che riproducono piccoli suoni e curve, diagrammi, punti luminosi che si muovono a zig zag.
Le macchine sembrano potenti, ma accanto al letto c’è forse la macchina più potente di tutte, si chiama Ljljiana, la mamma di Bogdan.
La carezza di una madre è forte quanto l’impulso elettrico della macchina meccanica, la piccola mano di Bogdan cerca inconsciamente la mano di Ljljiana, si uniscono in un contatto che è puro amore e che commuove.
La storia di Bogdan a San Donato non è ancora terminata, ma oggi abbiamo visto con certezza come sia circondata e supportata dall’amore, quello della mamma, della dottoressa Angela, dei medici e paramedici dell’equipe, di Mirko instancabile mediatore sempre con il sorriso in viso, di tutti i volontari.
E si va avanti!