Il monastero della SS. Trinità, fu costruito nel XIV secolo, sul colle Rusinica, sopra Musutiste, due chilometri a sud. Il luogo é particolarmente suggestivo e domina un’ampia vallata verso meridione, mentre a settentrione si ergono dei colli boscosi dalla fittissima vegetazione.
Proprio a fianco del Monastero sgorga una sorgente d’acqua purissima che rende il luogo ameno. Nella chiesa é custodito un Pomjanik, il Libro delle commemorazioni (il volume che contiene i nomi delle persone per cui si prega durante la Liturgia) che é stato aggiornato sin dal 1465, dal valore storico inestimabile, una mappa ultrasecolare della comunitá che ha abitato questi luoghi.
Il Monastero é poi arricchito da una formidabile biblioteca, con un manoscritto dell'Apostolo (le letture del Nuovo Testamento ad esclusione dei Vangeli) del XIV-XV secolo, centinaia di volumi pregiati ed una raccolta di icone del XIX-XX secolo (dal 1868 al 1985).
Tutto questo non esiste piú.
Nella seconda metà del giugno 1999, dopo l'arrivo delle forze tedesche della KFOR, gli estremisti albanesi hanno attaccato il Monastero depredandolo di tutti i suoi valori; tra il 10 e il 17 luglio, l’intero complesso monastico fu totalmente distrutto, utilizzando con una tecnica militare del sofisticato esplosivo.
E’ andata perduta la biblioteca, il konak, la Chiesa con il proprio tesoro di icone, nulla é rimasto.
La comunitá monastica femminile che lo abitava si é frammentata, in parte le sorelle si sono trasferite nel Monastero di Konculj, in quello di Gracanica e qualcuna in Montenegro.
Musutiste ha un forte legame con l’Italia, poiché questo Monastero era particolarmente amato da Fabio Maniscalco, archeologo di chiara fama, impegnato sul campo nella tutela dei beni culturali in aree di guerra. Maniscalco rimase fortemente impressionato dalla distruzione del Monastero, dal rogo dei suoi amati testi antichi e dalla brutale violenza dimostrata nella profanazione del cimitero monastico. Desideró la ricostruzione del Monastero della SS. Trinitá, quasi a farlo diventare un simbolo che potesse dimostrare come la speranza prevalga sempre sulla barbarie, prima di spegnersi nel 2008 a causa di un tumore al pancreas, contratto in seguito all’esposizione all’uranio impoverito.
Siamo certi che Fabio avrebbe amato la celebrazione di oggi; i Padri Petar, Jeremija ed Isaija del Monastero di Dečani, hanno infatti celebrato la Divina Liturgia, nel giorno della Slava (festa patronale) del Monastero, insieme ad un audace e numeroso gruppo di superstiti del luogo, arrivati dalla Serbia per l’occasione e rigidamente sotto una scorta armata, sul prato ove un tempo sorgeva la Chiesa.