Ivana ha un sorriso contagioso, non sta pi&ugrave; nella pelle, si vede che questa frase l&rsquo;ha studiata da mesi e oggi finalmente la tira fuori: &ldquo;Dobrodo&scaron;li u moj dom&rdquo;, benvenuti nella mia casa.
La storia &egrave; lunga un anno cliccando <a href="http://www.amicididecani.it/progetti/una-casa-ivana">qui puoi leggere il progetto</a> e <a href="http://www.amicididecani.it/sites/default/files/documenti/13/07/report_ivana.pdf">qui gli avanzamenti</a>.
Ivana &egrave; felice, nel villaggio di Gornje Kusce &egrave; sorta la sua nuova casa. Le imprese stanno ancora lavorando, mancano alcuni impianti, il rivestimento del sottotetto e gli allestimenti interni, ma la casa &egrave; in piedi, pareti isolate, finestre robuste, parquet sul pavimento e una cucina vera, 72 metri quadrati, modesta ma &ldquo;di solida roccia&rdquo;, come scriveva il Poeta.
Abbiamo impiegato quasi un anno, ma la famiglia Maksimovic non trascorrer&agrave; un altro inverno nel vecchio tugurio.
Insieme alle buone notizie per&ograve;, arrivano anche quelle meno gradevoli. Come spesso accade nelle opere di costruzione, il costo dei lavori ha sfondato il tetto del preventivo e c&rsquo;&egrave; bisogno di recuperare ulteriori fondi per finanziare l&rsquo;ultimazione della casa e procedere con l&rsquo;acquisto dei mobili.
Ivana sospira, ragazza giudiziosa, teme che non si riesca a far fronte ai nuovi impegni e minimizza. &ldquo;Va bene cos&igrave;, non vi preoccupate, anche nell&rsquo;altra casa non avevamo mobili, qui c&rsquo;&egrave; gi&agrave; il bagno e l&rsquo;acqua corrente&rdquo; e il suo viso si spalanca in un sorriso.
Ivana non sa che Fortunato D&rsquo;Agostino della CSA Box docce ha gi&agrave; promesso e deciso di regalarle il pi&ugrave; bel bagno di Kosovo e che mander&agrave; Peppe a montarlo, cos&igrave; come non immagina quanto sia cara la sua storia agli amici italiani.
Abbiamo quindi stabilito di considerare concluso il primo step del nostro progetto, facendolo seguire immediatamente dal secondo: il reperimento di altri 5.500,00 euro che possano consentire la consegna delle sospirate chiavi alla famiglia, prima che giunga l&rsquo;inverno.
Non esistono parole per ringraziare le tante persone che si sono applicate alla riuscita di questo progetto, crediamo che il modo migliore siano le fotografie che ritraggono Ivana e i suoi fratelli nella nuova casa mentre&nbsp;attendono fiduciosi, l&rsquo;ultimo sforzo.
Coraggio amici, abbiamo ancora da fare

benvenuti a casa

Il Kosovo &egrave; una regione attraversata da mille emergenze, tutte potenzialmente, al limite della sopportazione: la povert&agrave;, la mancanza di speranza, l&rsquo;impossibilit&agrave; di intravedere un futuro, il lavoro, la malnutrizione.&nbsp;In questa speciale classifica della disperazione, l&rsquo;emergenza sanitaria occupa un posto di rilievo.&nbsp;La condizione degli ospedali e dei presidi ospedalieri &egrave; catastrofica, specialmente nelle enclavi.&nbsp;Le strutture non possono contare su una pianificazione economica, non pi&ugrave; garantita sia da Belgrado che da Pristina.
Si va avanti sulla forza di volont&agrave; di medici e paramedici senza stipendio, di reparti senza farmaci, senza attrezzature, senza nulla, frustrati dal contatto quotidiano con gente sofferente che gli si rivolge speranzosa.
In questa realt&agrave;, che farebbe tremare chiunque, non si &egrave; perso d&rsquo;animo il nostro amico e socio Michele Salvo.
Michele, stoffa antica di carabiniere e ufficiale, non si &egrave; arreso davanti ad uno scenario desolante, ma si &egrave; rimboccato le maniche e ha cercato la &ldquo;soluzione possibile&rdquo;.&nbsp;In una giornata soleggiata di Kosovo, di fronte all&rsquo;ennesima fragilit&agrave; del sistema sanitario, ha esclamato: &ldquo;&hellip; adesso ci pensa Ugo!&rdquo;
Il mitico Ugo, risponde al nome di Ugo Fazzini, imprenditore milanese di origine viareggine, titolare della prestigiosa &ldquo;Fazzini Srl&rdquo; che da oltre vent&rsquo;anni distribuisce nel mondo pi&ugrave; di quattromila articoli medicali ed elettromedicali.
Ugo e Michele si conoscono dal &rsquo;95, li ha uniti la reciproca simpatia, l&rsquo;amicizia di Chiara e Maria, il carattere aperto e gioviale.&nbsp;Michele lo ha chiamato e gli ha chiesto un colpo vincente, uno di quelli che Ugo distribuisce la domenica sul green, praticando il suo sport preferito.
Detto, fatto!
Il tempo di organizzare il trasporto dai magazzini dalla ditta di Vimodrone, all&rsquo;Ospedale di Gracanica, enclave serba nei dintorni di Pristina, che sono stati recapitati in quantit&agrave;, strumenti per il monitoraggio cardiaco, sedie a rotelle, bisturi, letti reclinabili, guanti e tutto quanto necessario a un pronto soccorso efficiente.
Il personale non riusciva a credere ai propri occhi. &ldquo;Non ricevevamo tanta merce da anni &ndash; esclama un medico di corsia visibilmente emozionato &ndash; &egrave; un&rsquo;assoluta benedizione&rdquo;.
Ugo e Michele, Michele ed Ugo, amici, benefattori, gente nostra, che&nbsp;non ama apparire, che&nbsp;si pone innanzitutto il problema dei pi&ugrave; deboli, dei sofferenti.&nbsp;Grazie a loro, costruttori di pace, Kosovo e Metohija, pu&ograve; realmente diventare un posto migliore.

Detto, fatto!

Velika Hoča &egrave; un piccolo villaggio, adagiato su colline ricche di vigne. 
	E&rsquo; un&rsquo;enclave serba. 
	Un modo elegante per dire che &egrave; una &ldquo;riserva&rdquo;, un non luogo, dove sei discriminato per la tua etnia, la tua lingua, la tua cultura. 
	Non ci sono cinema, strade curate, pubblica illuminazione. 
	A volte anche l&rsquo;erogazione di acqua ed energia elettrica &egrave; problematica. 
	La vita e il futuro di Velika Hoča, sono i suoi giovani. A decine, per strada, bellissimi, sorridenti. 
	Non ti chiedono mai niente, si avvicinano curiosi, hanno il desiderio potente di incontrare qualcuno, di scambiare due parole, di immaginare che mondo ci sia oltre le colline e lo schermo piatto di un computer.
In questo piccolo pianeta dimenticato, abbiamo voluto seminare la nostra speranza, per provare a far germogliare una stagione nuova, di rispetto, tolleranza, gioia, serenit&agrave; e amicizia. Insieme a Now! Italia, abbiamo deciso di organizzare un camp estivo, per intrattenere i giovani, ma anche trasformare l&rsquo;intera enclave, in un palcoscenico, che attraverso lo sport, la musica, la fotografia, il teatro e lo spettacolo, consentir&agrave; di vivere un&rsquo;estate felice.
Aprirsi alla speranza, incontrare l&rsquo;altro, condividerne le gioie, difficolt&agrave;, opportunit&agrave;, sar&agrave; il tema centrale della nostra esperienza, provare a insegnare la fiducia, testimoniare la condivisione e l&rsquo;amicizia.
Dal 13 al 18 agosto, saranno di scena lo sport e lo spettacolo, allestiremo un campo di beach volley ed organizzeremo una moltitudine di tornei ed attivit&agrave;. 
	Si giocher&agrave; a basket, calcetto sulla sabbia, volano, beach volley, si tirer&agrave; con l&rsquo;arco, alle latte, alla fune, staffette e pignatte. 
	Ci si immerger&agrave; nell&rsquo;atmosfera di Hoca&rsquo;s Got Talent,&nbsp; uno speciale show per premiare l&rsquo;esibizione artistica di successo. 
	Dal 19 agosto prender&agrave; il via, Trampolisti Fotografi, una performance teatrale nata da un&rsquo;idea della nota fotografa Monika Bulaj. 
	I ragazzi apprenderanno l&rsquo;arte dei trampoli e del teatro di strada. 
	Racconteranno il loro villaggio in maniera inedita, scoprendo una nuova forma espressiva. Uniranno l&rsquo;esperienza dell&rsquo;immagine a quella del sogno e della fantasia, sino alle parate finali, che si svolgeranno in una suggestiva ambientazione, accompagnate da musicisti e melodie balkaniche.
Questa esperienza non sarebbe stata possibile, senza il generoso aiuto di Abbvie, FujiFilm e Loreto Print, delle aziende che ci hanno sostenuto economicamente e incoraggiato. 
	Vogliamo anche ringraziare delle persone, vecchi amici e appena conosciuti, che come spesso accade, al momento opportuno, abbiamo trovato al nostro fianco: Micaela Orsini, Marika Gherardi, Massimo Ciccone, Giorgio De Rocchis, Vito Ferrone, Cesare Gianolli, Roberto Natali, Giuseppe Orsitto

GiocaHoča 2013

Come ogni anno, la suggestiva celebrazione della Slava al Monastero di Musutiste &egrave; stata una festa gioiosa. Nel Monastero distrutto dalla violenza dell&rsquo;uomo (<a href="http://www.amicididecani.it/notizie/slava-musutiste">leggi qui la storia</a>) le parole di Padre Petar, che ha celebrato la Divina Liturgia, sono risuonate ancora pi&ugrave; importanti: &ldquo;la nostra missione &egrave; la bellezza, restituire bellezza ai luoghi, la bellezza dei Monasteri, la bellezza della testimonianza della nostra fede, dell&rsquo;amicizia, della fratellanza...&rdquo;.
Anche quest&rsquo;anno un centinaio di profughi, provenienti dalla&nbsp;Serbia, hanno&nbsp;seguito la cerimonia

il fascino di musutiste

Grazie all&rsquo;eccellente lavoro svolto dal CNR, patrocinatore dei convegni, per mezzo del suo Capo Ufficio Stampa, il dott. Marco Ferrazzoli e del cameramen e fotografo Vittorio&nbsp;Tulli, gli incontri&nbsp;di Decani e Prizren, focalizzati sulla&nbsp;tutela del patrimonio artistico bizantino europeo,&nbsp;hanno avuto una solida diffusione mediatica, che rendiamo pubblica attraverso i seguenti link (clicca sopra per visualizzare):
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=iHCgazivnJY&amp;feature=em-upload_owner">Servizio&nbsp;su SKYtg24&nbsp;</a>
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=RMNp4rOQwtk&amp;feature=em-upload_owner">Intervista&nbsp;Padre Andrej - Radio Rai&nbsp;1 - Tra il&nbsp;cielo e la terra</a>
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=vDr_azfRP_k&amp;feature=em-upload_owner">UniRoma&nbsp;Tv</a>
<a href="http://www.almanacco.cnr.it/reader/?MIval=cw_usr_view_video.html&amp;giornale=4609#video">Servizio&nbsp;video Almanacco delle&nbsp;Scienze</a>
<a href="http://www.amicididecani.it/sites/default/files/documenti/13/06/ansa1.pdf">Comunicato&nbsp;Ansa 30 maggio 2013</a>
<a href="http://www.amicididecani.it/sites/default/files/documenti/13/06/ansa2.pdf">Comunicato Ansa 31 maggio 2013</a>
<a href="http://www.almanacco.cnr.it/reader/?MIval=cw_usr_view_editoriale.html&amp;giornale=4609">Editoriale&nbsp;Almanacco delle Scienze</a>
<a href="http://www.famigliacristiana.it/articolo/kosovo-monasteri-a-rischio.aspx">Articolo Famiglia&nbsp;Cristiana</a>
<a href="http://scienza.panorama.it/green/chiesa-ortodossa-kosovo">Articolo Panorama</a>
<a href="http://www.amicididecani.it/sites/default/files/documenti/13/07/22-25_luglio.pdf">Rivista di&nbsp;San Patrignano</a>
&nbsp;

Rassegna Stampa Convegni

L&rsquo;enclave di Velika Hoča (pronuncia Velica Occia), &egrave; un non luogo. Villaggio serbo, il pi&ugrave; ricco tra le enclavi, vive accerchiato da possedimenti albanesi, in un Kosovo indipendente che fa fatica a riconoscere la specificit&agrave; del territorio, coltiva e custodisce il Vranac, il vitigno di area balcanica che regala un vino robusto, dal sapore forte.
Velika Hoča potrebbe essere Montalcino o uno degli innumerevoli borghi toscani, adagiati su colline fruttuose e ricche di tralci. Potrebbe continuare a ricordare il passato, innanzi alle chiese medievali che puntellano il villaggio, ricordo di una ricchezza garantita dalle cantine dei monasteri, potrebbe specchiarsi nel crepuscolo di Sveti Jovan, dove il rosso del tramonto si confonde, con il verde dei minareti che popolano le valli in lontananza e il blu perfetto delle montagne d&rsquo;Albania. 
	Potrebbe essere un luogo felice, se si riuscisse a tacitare la memoria del traffico d&rsquo;organi umani e dei rapimenti, delle espulsioni di oltre milletrecento persone, dell&rsquo;apartheid sul suolo d&rsquo;Europa. 
	Velika Hoča &egrave; tutto questo e molto ancora, &egrave; il villaggio che strega Peter Handke: &ldquo;&hellip; il popolo serbo di questa minuscola enclave &egrave; stato la mia ispirazione per l&rsquo;ultimo libro (I cuculi di Velika Hoča). &Egrave; una popolazione che ha subito e sta subendo ogni genere di sopruso e violenza dai nuovi despoti della regione. Se non reagissi a quest&rsquo;ingiustizia fatta a un popolo e di cui anch&rsquo;io mi sento responsabile, non potrei considerarmi uno scrittore. Mi sento in dovere di raccontare&hellip; i perdenti, perch&eacute; solo i perdenti sognano un futuro migliore: i vincitori non sognano pi&ugrave;&raquo;.
Nel villaggio dove i perdenti sognano e i cuculi cantano, a Velika Hoča, il reporter italiano Giovanni Cocco, decide, con il supporto di Amici di Decani di cui &egrave; socio fondatore, di organizzare un workshop fotografico, per raccontare una storia d&rsquo;amore e segregazione, la passione del popolo serbo, la vita quotidiana nei Balcani ai tempi delle enclavi. Decide di farlo in concomitanza con una strepitosa iniziativa solidale: &ldquo;Trampolisti Fotografi&rdquo;; un seminario artistico a cura di Monika Bulaj, che insegner&agrave; ai bambini a fotografare e andare sui trampoli. 
	&ldquo;L&rsquo;intera enclave &ndash; ci racconta Cocco &ndash; sar&agrave; il set fotografico ideale per esprimere, l&rsquo;energia che si percepisce semplicemente visitandola&rdquo;.
<a href="http://www.amicididecani.it/viaggi-solidali/workshop-di-fotografia">Vai alla sezione&nbsp;&quot;viaggi solidali&quot; con il programma completo dell&#39;iniziativa, clicca qui</a>
<a href="http://www.amicididecani.it/sites/default/files/documenti/13/06/flyer_workshop_web.pdf">Scarica cliccando qui, il flyer del workshop &nbsp; &nbsp;&nbsp;</a>

Workshop Fotografico

In Kosovo e Metohija, abbiamo portato cibo, a chi non aveva da mangiare, acqua a chi non ne aveva n&eacute; da bere n&eacute; da innaffiare, vestiti a chi sentiva freddo, medicine a chi era malato, scarpe a chi era scalzo, giocattoli a chi desiderava giocare, computer a chi voleva studiare, abbiamo parlato quando tutti tacevano, scritto, organizzato conferenze, fotografato, filmato, ristrutturato case, introdotto progetti di cooperazione, sostenuto famiglie, siamo stati vicini alla gente, non abbiamo abbandonato nessuno, abbiamo portato ovunque l&rsquo;orgoglio di essere italiani ed un sorriso a persone che avevano smesso di sperare.
Tutto questo l&rsquo;abbiamo fatto grazie ai nostri &ldquo;soci&rdquo;, ai nostri amici.
La nostra associazione, con orgoglio, non applica alcuna aliquota sulle donazioni, tutto ci&ograve; che viene donato, viene investito nei progetti solidali&nbsp; e umanitari. Questo &egrave; importante! 
	Siamo totalmente volontari, quindi ci affidiamo alla tua generosit&agrave; e alla tua voglia di far parte di noi, degli Amici di Decani.
Associarsi &egrave; semplice, <a href="http://www.amicididecani.it/sites/default/files/documenti/13/06/scheda_di_adesione.pdf">clicca qui e scarica il modulo di adesione</a>, compilalo e invialo alla nostra segreteria: anna@amicididecani.it.
Puoi effettuare il versamento a mezzo bonifico bancario sul conto: 
	Banca Popolare di Novara filiale nr. 1194 
	IBAN: IT62 M 05034 44250 000000000043 
	Intestazione: Andrea Lampo &ndash; Fundraiser Amici di Decani 
	Causale: quota associativa 2013/14

Con noi 2013/14

In un&rsquo;assolata primavera che ancora non vuole diventare estate, la nostra piccola Dusanka, &egrave; stata battezzata presso il Monastero di Zociste, dall&rsquo;Igumeno del Monastero, l&rsquo;Archimandrita Stefan e Padre Aleksandar di Orahovac.
Un piccolo gruppo di amici, oltre al Kum Nenad, ha seguito la toccante cerimonia. 
	&ldquo;Non ho parole per ringraziare tutti &ndash; ci ha rivelato mamma Jovanka, emozionatissima &ndash; spero che giunga il mio grazie a tutti gli zii di Jovan, agli amici carissimi, Luca, Barbara, Alvise, Nadine, Roberto e Daniela, Giorgio, Katarina, a Fortunato e alla sua famiglia, alla comunit&agrave; serba di Milano, al prof. Bolondi di Bologna. Oggi mi sento una donna fortunata. Un saluto a Cinzia e al suo girasole e un abbraccio alle mie sorelle Cristina ed Emma&rdquo;.
Ecco una carrellata d&rsquo;immagini

Notizie