Luka e papà Bojan, dopo due mesi trascorsi in Italia, sono approdati all’ultima fase di diagnostica specialistica. Sono entrambi ricoverati presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, unità di Chirurgia pediatrica, dove saranno completati gli accertamenti e sarà “disegnata” una road map di interventi per restituire il nostro piccolo paziente alla sua vita, nelle migliori condizioni possibili.&nbsp;
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi, cercando di tenere alto il morale di Luka, come è avvenuto oggi, grazie ad una insperata lezione di karate in Ospedale.

E adesso Bergamo

Un tragico filo lega le vittime innocenti di tutti i bombardamenti, rammentarlo solamente in occasione degli anniversari è un peccato gravissimo, noi cerchiamo di non dimenticare e di operare perché questi macelli si fermino e non si ripetano.
Giappone, agosto 1945 – Serbia e Montenegro, marzo 1999 – Ucraina, febbraio 2014 – Palestina, novembre 2024&nbsp;

Agnelli in pasto ai lupi

È un certficato ma sembra un miracolo. Dopo un processo durato 16 anni e un tira e molla di altri 8 anni per attuare la sentenza, dopo solo 24 anni cumulati, un giudizio inequivocabile della Corte costituzionale, oggi è stato prodotto dal Catasto centrale del Kosovo a Pristina, il certificato catastale con tutti i beni di proprietà del monastero di Dečani, compresi i 24 ettari oggetto del contendere.
"Sulla base dell'estratto catastale possiamo confermare che la decisione della Corte Costituzionale del 2016 è stata eseguita e che il monastero è stato riconosciuto nel Catasto come proprietario dell'immobile precedentemente contestato", hanno affermato i funzionari kosovari.
La Diocesi di Raska-Prizren e il monastero di Dečani ringraziano in particolare la relatrice speciale Sig.ra Dora Bakoyanis e chiunque abbia contribuito alla risoluzione positiva di questa disputa di lunga data.
Pristina si è rifiutata di attuare questa decisione fino alla metà di marzo di quest'anno, quando, sotto la pressione della comunità internazionale, il primo ministro del Kosovo, in una riunione del gabinetto, ha chiesto all'agenzia catastale di rendere esecutivo un provvedimento ingiustamente bloccato.
Ci auguriamo di cuore che questo possa essere l’inizio di rapporti basati sul rispetto della legge, della propria identità, dei propri diritti e doveri, insomma l’inizio di una stagione nuova; noi non smetteremo di vigilare e raccontare.

Estratto catastale di annata

L'arrivo di mamma Jelena non è stato il solo a rallegrare le giornate di Luka.
Il campione di basket, Nikola Mirotić, in forza all’Olimpia Milano, ha voluto incontrarlo per testimoniargli la propria vicinanza.&nbsp;
Nikola Mirotić, nato a Podgorica (oggi Montenegro) è una vera leggenda del basket europeo e americano, 5 stagioni in NBA con le maglie di Chicago, New Orleans e Milwaukee, 10 tra Real Madrid e Barcellona, per approdare a Milano, alto due metri e otto centimetri un vero leone in campo.
Luka è stato felice di questa visita inaspettata come di quella della mamma e sul suo viso nascono finalmente sorrisi.&nbsp;
Il cammino non si è di certo concluso e grazie al cielo e a tutti questi amici, Luka non è solo.
Se vorrai far parte anche tu di questo progetto solidale, potrai di certo contribuire effettuando un bonifico alle seguenti coordinate bancarie:
Iban: IT47X0503422300000000011623
Intestato a: Amici di Dečani
Causale: Luca Sekulic

Un incontro stellare

Qualche giorno addietro avevamo pubblicato, seppur con molti dubbi a riguardo, la notizia relativa alle dichiarazioni del Primo ministro di Kosovo, Kurti, circa la restituzione della terra di proprietà del Monastero di Dečani come sancito otto anni addietro, da una sentenza della Corte costituzionale dello stesso Kosovo (<a href="https://www.amicididecani.it/notizie/prova" target="_self">clicca qui per leggere l’articolo</a> ).
Abbiamo avuto perplessità sul metodo e sul merito di queste esternazioni, quindi, ci teniamo a riportare il comunicato dell’Eparhija di Raska e Prizren, che contribuisce a chiarire lo stato delle cose.
<ins>COMUNICATO DELLA DIOCESI DI RASKA-PRIZREN</ins>
Nessuno delle istituzioni del Kosovo ha contattato la diocesi di Raska-Prizren, né il monastero di Visoki Dečani, in merito all'attuazione della decisione della Corte costituzionale del Kosovo del 2016 riguardante il terreno del monastero di Visoki Dečani.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a diverse dichiarazioni da parte dei più alti funzionari del Kosovo secondo cui la decisione della Corte costituzionale sul terreno del monastero di Dečani non sarebbe stata presa legalmente e non può essere applicata e che dovrebbe essere avviato un qualche tipo di dialogo con la Chiesa tenuto a riguardo. Dopo consultazioni con i nostri consulenti legali e diversi contatti con rappresentanti internazionali a Pristina, abbiamo affermato la nostra posizione secondo cui non è possibile tenere un dialogo o raggiungere un accordo in merito alla decisione della Corte Costituzionale, che è vincolante e definitiva (res judicata), perché è contrario ai principi giuridici di tutte le società democratiche.
Poiché per anni il comune di Dečani si è rifiutato di attuare la decisione della Corte costituzionale, ci siamo rivolti al catasto centrale del Kosovo, che ha il pieno diritto di registrare i terreni, il quale aggiornerebbe automaticamente lo stato catastale delle proprietà del monastero presso il comune livello. Nel frattempo, anche la Corte costituzionale del Kosovo ha annunciato che la decisione dovrà essere attuata. Purtroppo, non abbiamo trovato comprensione né disponibilità ad attuare la decisione né da parte del catasto locale né da quello centrale del Kosovo senza alcuna spiegazione. Il nostro caso è stato costantemente trasferito dal livello comunale a quello centrale e da quello centrale a quello comunale, e in questo modo l'esecuzione della decisione è stata costantemente evitata per 8 anni.
Per questo ci aspettiamo che le istituzioni del Kosovo facciano finalmente la loro parte di lavoro in conformità con la legge, registrino la nostra terra nel catasto e rilascino un atto di proprietà al monastero in conformità con la sentenza del tribunale. Riteniamo che questo rappresenterebbe un passo significativo per lo Stato di diritto.
Per quanto riguarda la disponibilità al dialogo per migliorare la vita e risolvere problemi pratici, la nostra Chiesa è sempre stata e rimane aperta al dialogo con tutte le persone di buona volontà, cosa che abbiamo dimostrato con i fatti in tutti questi anni.

Nulla si muove

Dopo aver terminato la fase diagnostica all’Ospedale Vittore Buzzi, il nostro paziente Luka, sta attendendo risposte dai centri iper-specializzati nel trattamento chirurgico del cavernoma portale.
Il tempo dell’attesa spesso scorre lentamente ed allora una inesauribile carovana solidale ha consentito a mamma Jelena, di raggiungere il proprio figliolo a Milano.
I nostri volontari dal cuore d’oro, Silvia, Riccardo, Aleksandar, Andrej, Kevin con l’aiuto di Biserka, eccezionale mediatrice all’occasione, con grande slancio hanno permesso questo viaggio nato per congiungere una madre a un figlio.
Da Belgrado via Croazia sino a Milano, un viaggio colmo d’attesa che si è concluso con un meraviglioso abbraccio e la famiglia Sekulić di nuovo riunita per l’occasione.

W la mamma  Novità a casa Sekulić a Milano

W la mamma

La tragedia di Kosovo e Metohija è il risultato della somma di tante sofferenze individuali che rendono difficili le condizioni normali di vita.
La sofferenza di Miodrag Zogović, 72 anni, di Peć, è iniziata quando lui e la sua famiglia sono stati sfollati dalla loro cittadina nel 1999.&nbsp;
Lui perde il lavoro e la sua famiglia la pace, la sicurezza e la casa.&nbsp;
Pochi anni dopo aver lasciato Peć, Miodrag rimane senza moglie e i cinque figli senza madre.&nbsp;
Da allora fino ad oggi, nel temo infinito di Kosovo e Metohija, non hanno più recuperato le loro proprietà e sono stati temporaneamente, ma nulla in Kosovo è più definitivo del temporaneo, rifugiati a Kosovska Mitrovica.
Condizioni finanziarie difficili e con la sola assistenza sociale come reddito, Miodrag fa crescere i suoi figli affinché diventino studenti eccellenti e persone ancora migliori. 
Forse perché hanno sperimentato e sentito cosa significa essere vulnerabili e aver bisogno di aiuto, tutti i figli hanno scelto professioni umanitarie, medicina o odontoiatria.&nbsp;
Chi ha terminato gli studi li ha portati a termine con ottimi risultati, chi sta ancora studiando lo sta facendo con grande successo.&nbsp;
La famiglia Zogović, una famiglia testimone dei valori di rispetto e dignità, che certamente meriterebbe di più del piccolo aiuto che gli abbiamo potuto dare e che terremo presente nei prossimi progetti. È un impegno
Nella foto Miodrag Zogović con il nostro Mirko Vasić

Provare ad offrire speranza

Pare che il governo del Kosovo abbia ordinato all'Agenzia catastale della municipalità di Dečani di attuare la decisione della Corte costituzionale emessa ben otto anni fa (2016) e di restituire al Monastero di Visoki Dečani i 24 ettari di terra di sua proprietà e dei quali il Monastero era stato privato.
Da una nota di agenzia (Ansa) si rileva una affermazione del premier kosovaro Kurti: "Abbiamo deciso seguendo il buonsenso". Continuando l’esternazione, il primo ministro ha precisato “che la decisione è stata presa per agevolare il percorso verso l'ammissione del Kosovo al Consiglio d'Europa”. Il governo, ha osservato, era di fronte a due opzioni: o soddisfare la condizione legata alla decisione dell'Alta Corte, oppure restare senza l'adesione al Consiglio d'Europa. Pur continuando a considerare dannosa una tale decisione, il premier ha sottolineato che l'adesione al Consiglio d'Europa sarebbe una vittoria storica per il Kosovo.
Negli ultimi otto anni ci siamo occupati più volte di questa squallida vicenda, dove una municipalità, evidentemente rafforzata da crediti politici, si rifiutava categoricamente di dare esecuzione ad una sentenza della Corte costituzionale, emessa da magistrati kosovari.
Sarà questa la volta buona?
Sarà fatta giustizia a otto anni dalla sentenza?
Oltre a queste legittime domande, ci chiediamo che senso abbia per il Consiglio d’Europa, vincolare l’ammissione di un Paese al riconoscimento e all’esecuzione di una sentenza della propria Alta Corte?
Non dimentichiamo che il Consiglio d’Europa è un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi in Europa. Tra le finalità principali vi sono: la tutela dei diritti dell'uomo, della democrazia parlamentare e garanzia del primato del diritto.
Viene da sorridere o piangere, a seconda delle prospettive, pensare che l’ammissione a tale organizzazione sia stata subordinata dalla richiesta di esecuzione di una sentenza promulgata dalla Corte costituzionale ben otto anni addietro.
Adesso, restiamo in attesa, vediamo se questa sarà realmente la volta buona…

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